Di grafica, birra artigianale e uscire dalla propria comfort zone
Aurora / aprile 20th, 2017 / 0 Comment
Fare il grafico significa lavorare su dei progetti sempre diversi, ma significa anche che a volte ci si ritrova a progettare per mesi su una determinata tipologia di lavoro: vuoi per il passaparola, vuoi per la stagionalità stessa di alcune cose (ad esempio le partecipazioni di matrimonio a cui lavoro maggiormente da inizio anno fino all’estate), vuoi perchè capita che in un determinato momento arrivino richieste di progetti dalla stessa tipologia di cliente (fotografi, videomaker, ristoranti, architetti).
Questo va bene?
Si, ma si rischia di entrare in una sorta di tunnel creativo in cui ci si adagia su determinati toni stilistici, per farla breve si entra in un clima di rilassatezza da comfort zone: “sono qui, sto progettando maggiormente wedding stationery e mi adagio tra font calligrafici, decorazioni eleganti, illustrazioni floreali e colori pastello”.
Ma prima o poi avviene il risveglio.
Bussa alla porta quel progetto diverso ed inaspettato che ti fa entrare in un campo nuovo.
La vedete l’immagine sopra? Si tratta della preparazione di una birra artigianale.
I ragazzi del Monkeys, con cui ho il piacere di collaborare da un pò (murales, brand identity e non solo), mi hanno chiesto di realizzare la grafica della loro prima birra artigianale a bassa fermentazione, prodotta con il Birrificio Babylon, che doveva essere illustrata, forte, decisa e ispirata al mondo della musica… metal (PainKeller come omaggio a Painkiller, per l’appunto).
Il mondo delle etichette delle birre artigianali è un mondo colorato, illustrato, fuori da canoni e schemi rigidi, provocatorio, ma proprio per questo affascinante e in cui mi sono sentita libera di “sguazzare” e creare.
Essendo un ambito nuovo per me ho fatto ricerca, ho osservato le grafiche delle birre meno conosciute, di quelle più commercializzate, e ovviamente sono andata anche a spulciare le copertine illustrate di vari gruppi metal.
Ammetto che è stata una bella sfida, per il Monkeys avevo già lavorato a progetti poco convenzionali, ma qui sono dovuta andare oltre e rielaborare tutto quello che avevo cercato e visto in una semplice piccola etichetta, mantenendo comunque un aspetto riconoscibile ed immediato.
Insomma, tutto ciò per dire che da grafici, progettisti o creativi non dovremmo mai assopirci ed adagiarci in un determinato settore e stile, ma riuscire a mantenere la nostra mano, le nostre idee, la nostra riconoscibilità in tutti i diversi progetti.
Un brindisi alla PainKeller!