Perché un logo costa
Aurora / febbraio 21st, 2018 / 2 Comments
Perché un logo costa molto più di 70 euro? Una domanda che non mi serve per fare polemica: di certo ognuno applica i prezzi che ritiene opportuno; di certo non comprendo come si possa far pagare la progettazione di un logo 70, 80, 100, 150 euro, di certo però questo post non è di frecciata ma semplicemente voglio parlare del perché per me creare un logo costa.
Approfitterò del percorso per l’identità visiva che ho creato per Mirco e Anisa Wedding Videographers per parlare di tutti i passi che necessita la progettazione di un logo.
- IL BRIEFING
Mirco e Anisa sono una coppia, nella vita e nel lavoro, due videografi con la necessità di creare l’identità visiva per il loro brand nascente incentrato sui video per matrimoni. Dopo i primi contatti, il preventivo, la conferma del lavoro, ho affidato loro un compito: riempire il questionario di analisi, che io chiamo volgarmente di “briefing” in cui chiedo tutto ciò che devo sapere riguardo la loro attività, mercato, clienti, competitors, obiettivi. Lo analizzo, mi sembra tutto molto chiaro; ho già lavorato e progettato loghi per fotografi e videografi di matrimonio, conosco il mercato di riferimento; in più Mirco e Anisa hanno le idee abbastanza chiare: vogliono sviluppare un’identità visiva legata al tema del mare, con tutti i suoi significati, sia perchè ne sono molto legati geograficamente che emozionalmente.
Questa è la prima fase di lavoro, e sinceramente i famosi 70/80 euro per progettare un logo probabilmente basterebbero a malapena a coprire questa parte di lavoro, teorica e non pratica, ma fondamentale.
2. LA FASE PROGETTUALE
Mi sembra un progetto non troppo impegnativo, ma nella mia comfort zone. Ho tutto chiaro. Mi metto a lavoro: inizio a schizzare, fogli, bozze, arrivo a due idee, diverse tra loro ma coerenti con il briefing. Ottimizzo le bozze, le lascio “lievitare” per qualche giorno (cioè le lascio da parte per rivederle dopo un pò e capire che effetto mi fanno a mente lucida). Sono soddisfatta, le ottimizzo, le vettorializzo, lavoro alla parte del lettering; preparo i file di presentazione (sì, perchè non mando una semplice jpeg ai miei clienti, ma cerco di guidarli nella visione delle proposte) e invio l’email. (Questa fase richiede ore di lavoro, dall’idea alle bozze alla rifinitura, allo stare a smanettare con Illustrator sui piccoli particolari)
Ricevo un “nì” su una delle due proposte, ci sono delle modifiche da fare, il tutto deve essere reso più emozionale e personale. Ma mi sembra ancora una cosa fattibile.
3. LE MODIFICHE
Sento i miei clienti per capire le loro esigenze, avere le loro opinioni. Mi rimetto a lavoro di nuovo ripartendo dalla bozza “prescelta”, faccio delle prove di modifiche e finalmente mi sembra di esserci. Riottimizzo, modifico il lettering, preparo di nuovo le presentazioni, invio la bozza aggiornata. Sono davvero soddisfatta, e quasi sicura di essere arrivata al punto giusto.
4. IL NO. E L’ILLUMINAZIONE.
Con mia grande sorpresa, ricevo una nuova bocciatura. La situazione diventa abbastanza critica: da un lato Mirco e Anisa hanno bisogno della loro identità visiva con una certa urgenza, dall’altro ci chiediamo se siamo sulla stessa linea d’onda o rischiamo di andare avanti all’infinito.
Qual è il problema? Tecnicamente le proposte che ho presentato sono valide, corrette, professionali, ma non trasmettono quell’emozione e quell’atmosfera sognante, quel qualcosa di unico, che Mirco e Anisa vogliono invece trasmettere con i loro video e che quindi la loro brand identity deve riflettere.
Ho i due pesci disegnati, corretti, un logo funzionante, ho il briefing, ho il tema del mare, ma siamo ad un punto morto. Questa fase è complessa, il progetto potrebbe bloccarsi. Capire le esigenze del cliente, mettersi nei suoi panni, immergersi nel suo brand e proporre un logo che coniughi i suoi bisogni/sogni con la funzionalità e riconoscibilità che deve avere un logo è difficile.
Soprattutto quando lavoro ai loghi prendo il progetto di pancia, mi arrovello per avere l’idea giusta, vado sotto pressione, continuo a pensare lì, alla soluzione, finchè non arriva e non soddisfa sia me che il cliente.
Ed è proprio così che ho l’intuizione: dopo l’ultima chiamata con Mirco sono un pò turbata; non voglio che la mia professionalità sia messa in dubbio, ma non posso presentare mille bozze finchè non troviamo quella giusta. Non funziona così. Mentre sono a letto penso ai pesci, al logo, e mi torna in mente una frase da una canzone degli U2, tratta in realtà da uno slogan di molti anni prima: “a woman needs a man like a fish needs a bycicle”. Lo rielaboro, ho il logo che mi si disegna nella mente, i due pesci che vanno in bicicletta, controcorrente, perchè l’amore fa andare i pesci in bicicletta.
La mattina dopo faccio quest’ultima proposta a Mirco e Anisa, loro si illuminano e mi dicono di procedere con la parte visiva!
4. IL LOGO
Per farla breve, ci sono ancora ore di lavoro per disegnare i pesci, la bici, le onde, rendere il tutto emozionante, vettorializzare, presentare la nuova proposta. Ma ci siamo, BINGO! Logo accettato con entusiamo.
5. GLI ELEMENTI COORDINATI
Ora posso mettermi a lavoro sugli elementi coordinati dell’identità visiva: il pittogramma abbinato al payoff “Love Makes Fish ride Bycicles”, le icone che andranno a personalizzare il sito di Mirco e Anisa; il faro nelle onde per i contatti, la barchetta di carta come messaggio in bottiglia per le condivisioni. Il layout del biglietto da visita e della thank you card. Anche qui ci sono la fase di ideazione, bozza, ottimizzazione, invio proposta, revisione, nuovo invio, revisione, nuovo invio…
6. LE RIFINITURE E LA CONSEGNA
Anche quando sembra tutto terminato e definito, ci sono le piccole modifiche da fare: magari possono essere le prove colore, la modifica di una piccola parte, la variazione di qualcos’altro… E alla fine di tutto, i file del logo e degli altri elementi della brand identity vanno esportati nei formati concordati, per l’utilizzo digitale o per la stampa, e va preparata la linea guida in cui cerco di aiutare il cliente nell’utilizzo di logo ed icone, colori e font. Sembra poco, ma è un’altra fase che ha bisogno del suo tempo.
Più o meno sono tutte fasi che si attraversano per la creazione di un logo, da quello più veloce in cui magari già alla prima bozza si centra l’obiettivo, ai progetti più complessi in cui si fa fatica ad arrivare alla soluzione.
La progettazione di un logo è un servizio di valore, è un servizio davvero importante che un progettista grafico può dare, perchè ci si prende la responsabilità di creare la faccia di un business, di disegnare il modo in cui verrà conosciuto e ricordato. Insomma, per farla breve, non prendi il blocco appunti, schizzi le prime due idee che ti vengono in mente e le proponi al cliente. Perciò non ditemi che un logo può costare 70 euro.
Grazie Mirco e Anisa, mi piace immaginare, come avete suggerito, che quei due strambi pesci in bici tra le onde siete proprio voi due!
Se vuoi saperne di più su come lavoro alla creazione di un logo, ne parlo in logo e brand identity. Per la progettazione dei nuovi loghi sarò libera dal 20 Marzo, ma puoi contattarmi per inserire il tuo progetto in calendario!
23 febbraio 2018 at 13:04 /
Ciao. Il tuo però non è veramente un logo, è un’illustrazione.
23 febbraio 2018 at 13:23 /
Ciao Giulia,
io lo definirei una via di mezzo. Nell’ambito della fotografia di matrimonio ormai a livello visivo si può fare davvero di tutto, così come si sono rotte le regole fotografiche, si possono rompere anche le regole a livello visivo. E comunque ho portato questo esempio per dare un’idea reale di come funziona la progettazione di un logo o identità visiva.